Marzo 2021

L’epicondilite: cos’è e come si cura

L’epicondilite: cos’è e come si cura

Epicondilite è una delle lesioni più comuni nel padel e nel tennis. L’epicondilite, anche definita più comunemente “gomito del tennista”, è una malattia infiammatoria che colpisce il gomito, più precisamente il muscolo estensore radiale breve del carpo e la sua inserzione ossea sull’epicondilo omerale, ed è riscontrabile prevalentemente in soggetti che sollecitano assiduamente il muscolo citato. Da uno studio fatto si evince che questa lesione è il terzo infortunio più frequente associato alla pratica degli sport come padel e tennis.

Cos’è la traumatologia sportiva

Cos’è la traumatologia sportiva

La traumatologia sportiva è quella disciplina che si occupa dei traumi che possono verificarsi durante l’attività motoria. Il trauma sportivo può essere acuto cronico, quello acuto è prodotto da una forza meccanica violenta, unica, sopramassimale e immediata. Il trauma cronico, invece, è prodotto da una sollecitazione microtraumatica.  I traumi, generalmente, interessano l’apparato locomotore, i segmenti ossei delle articolazioni, di tendini e dei muscoli.

Gli sport più a rischio

Dalle statistiche risulta che lo “Sport” durante il quale si verifica il maggior numero di traumi sia il calcio. Il dato è confermato dall’Istituto Superiore di Sanità, impegnato nel controllo del fenomeno dei traumi sportivi. Lo stress a cui sono sottoposti soprattutto gli arti inferiori nell’attività calcistica determina continue sollecitazioni alle strutture osteomuscolari e, dunque, espone ad un alto rischio di lesioni. Queste interessano soprattutto i legamenti, il menisco e i muscoli delle gambe, ma anche ginocchia, caviglie, piedi e testa. Tra le cause dell’alta incidenza di traumi nel calcio c’è, il contrasto tra gli atleti; la seconda causa di infortunio è rappresentata dalle cadute; la terza, naturalmente, dagli sforzi e dalle torsioni delle strutture osteomuscolari delle gambe, da cui dipendono moltissimi strappi e stiramenti, rotture dei legamenti, distorsioni, etc.

Per gli stessi motivi, tra gli sport che maggiormente espongono al rischio di traumi troviamo tutti quelli dove il contatto fisico è preponderante, quindi non solo il calcio ma anche il rugby e il basket. Il motociclismo, il ciclismo, lo sci e gli sport invernali in generale, per via delle frequenti cadute, sono anch’essi tra gli sport più a rischio di infortuni (che riguardano soprattutto i polsi, l’articolazione scapolo-omerale, il collo e la testa), seguiti dalla pallavolo, le arti marziali, la corsa, l’altletica leggera e la ginnastica, per gli intensi sforzi e le frequenti torsioni degli arti. In quest’ultimo caso il rischio è soprattutto di traumi di tipo indiretto, quindi non dipendenti dall’azione di forze esterne.

Traumi e Terapie

Sono sempre di più le persone che si avvicinano ad uno sport, sia a livello agonistico che amatoriale, e crescono esponenzialmente i casi legati a lesioni causati da sport. Si pensi che sono già molte le articolazioni sollecitate nelle normali attività quotidiane che aumentano nel corso delle attività sportive. Questo può influire sulla persona che è soggetta a subire lesioni più o meno importanti, come al ginocchio per esempio, che avrà bisogno di cure particolari e dedicate per rimettersi in gioco. Oggi come oggi esistono differenti terapie che permettono di dare una buona risposta ai traumi: ecco perché uno specialista che ha una profonda conoscenza delle lesioni traumatiche delle varie discipline sportive è fondamentale.

Ovviamente lo specialista deve fare una distinzione tra le diverse lesioni e poi agire di conseguenza, scegliendo una cura mirata. Questo andrà fatto anche in base ad un’anamnesi completa e diversificata per ogni atleta che include un’analisi sul livello di salute generale, antecedenti di lesioni, interventi chirurgici o altri aspetti ortopedici che possono essere utili alla diagnosi (e quindi alla cura).

A quadro completo, poi, lo specialista può consigliare, in base al grado di dolorosità e lesione, una differente soluzione. Nel caso di un trauma muscolare, per esempio, sarà utile una fasciatura elastica compressiva, un trattamento a base di calore, un ciclo di massoterapia oppure esercizi isometrici. Tra le ultime terapie che rientrano nella traumatologia dello sport ufficiale ci sono anche la tecarterapia, e la laserterapia un procedimento con effetto antalgico e antinfiammatorio. Per quanto riguarda, invece, le terapie del dolore dovuto  a sollecitazioni ripetute sullo stesso osso (per azioni di forze provenienti dall’apparato muscolo-tendineo o dal terreno), lo specialista consiglierà sin da subito il riposo.

Infine, anche le tendinopatie hanno bisogno di cura particolare. Si tratta di lesioni infiammatorie dei tendini, spesso degenerative, che si inseriscono a livello dell’osso e sono determinate da microtraumi ed ipersollecitazioni. In questo caso, il medico ortopedico consiglierà un bendaggio di scarico, un probabile intervento chirurgico ed una rieducazione funzionale.

Lo sport come espressione di #amicizia, #inclusione e #solidarietà.

Mamma, aiutami a dire pa-pa…Parole!

Mamma, aiutami a dire pa-pa…Parole!

Molte volte ci concentriamo solo ed sclusivamnete sul superamento del disturbo dei piccoli pazienti. Cosi facendo sottovalutiamo la condizine psico-emotiva della coppia Genitorile, in relazione alla gestione di una difficoltà del proprio figlio.

<< Mamma, aiutami a dire pa – pa! >> era la frase che Cecilia continuava a dire, a ridire, a lasciare in sospeso.
<<E’ facile! Ci riesci già benissimo da sola! Comunque, prova a ripetere, dai: papà>> rispondeva ogni volta come un nastro rotto la mamma.
<<Mamma, ma – ma io non devo ripetere “papà”, voglio dire pa –pa . . .>>. La mamma non capiva cosa volesse dire Cecilia, la sua unica figlia, che,
da alcuni giorni, un bel po’ ormai, aveva iniziato a balbettare. L’espressione
interrotta: <<mamma, aiutami a dire pa – pa!>>, in particolare, l’aveva fatta coincidere con la partenza, per motivi di lavoro, di Riccardo, suo papà
per l’appunto.
<<Dlin-dlon mamma! Mamma dlin-dlon, il campanello!>> urlò Cecilia dalla sua cameretta al piano di sopra, nella quale era salita da circa un’ora a far fnta di riposare.
<<Ma tu non dovevi fare il tuo sonnellino pomeridiano?>> replicò la mamma, dal divano, su cui si era adagiata per rifugiarsi nei suoi pensieri. Ed era proprio a causa dei suoi pensieri, che non aveva affatto sentito il suono di quel campanello. Si alzò e si diresse verso l’uscio, sistemandosi i capelli arruffati dal cuscino. Aprì la porta.
<<Jonas! E tu che ci fai qui?>>
<<Signora Michela, ho capito?>>
<<Di cosa parli? Vieni, entra!>>

<<No, non posso, dovrei essere nella mia stanza a riposare, se mia madre mi scopre sono guai!>>
<<Non sei il solo! Comunque, dimmi pure!>>
<<Ho scoperto cosa vuole dire Cecilia con “pa – pa”, quella parola che non riesce a fnire!>>
<<E tu cosa ne sai?>>

<<Non fa altro che parlare di questo a scuola! E’ tutta la notte che ci penso! Sì, deve essere per forza così!>>
<<E cosa dice a scuola?>>
<<Dice che lei, signora Michela, non dorme mai, soprattutto di pomeriggio, ma si mette sempre con la testa sul cuscino. E neanche Cecilia ci riesce! Molte volte nemmeno di notte! Cecilia la sente sempre litigare con il
signor Riccardo! Me l’ha detto anche ieri! Allora io ho pensato al mio papà. Lui, quando litiga con la mamma, dice un sacco di parolacce.
Quindi, la parola che vuole dire Cecilia è “parolacce”! Solo che lei dice di no, che il suo papà non dice parolacce. Non le dice perché non c’è più a casa! >>

<<Ok, Jonas! Fermati, torna nella tua cameretta ora, o sarò costretta a chiamare la mamma! Su, và, ti guardo attraversare la strada da qui!>>
Michela si passò le mani sugli occhi umidi. Era primo pomeriggio, il sole era alto. L’improvviso arrivo di Jonas e la sua irruenza l’avevano riportata troppo in fretta alla realtà. Richiuse la porta con inusitata lentezza e andò alla ricerca del suo cellulare in cucina. Jonas, che in ebraico signifca “Colomba”, era andato a portare quel messaggio per scuoterla dal suo torpore o era solo un bimbo monello, uno dei tanti compagni di scuola troppo vivaci di Cecilia? Magari si era inventato tutto, pensò istintivamente. Oppure Cecilia aveva davvero capito che Riccardo, suo papà, non era fuori per lavoro. In maniera del tutto automatica, Michela prese il telefonino dalla sua borsa e scrisse un messaggio:
<<Riccardo, chiamami appena puoi. Dobbiamo parlare di noi, per il bene di Cecilia!>>.

Autore: Dr. Francesco Vallone



Pain pills del Prof. Stefano Coaccioli

Pain pills del Prof. Stefano Coaccioli

ARTRITI

Caratteristiche cliniche.Le artriti sono malattie infiammatorie delle articolazioni, riconoscono in genere una causa autoimmune, hanno spesso un andamento cronico e un esito a volte invalidante. Possono esser colpite le piccole (mani e piedi) articolazioni periferiche [a.reumatoide]; queste, più la colonna vertebrale [a.psoriasica]; praticamente solo la colonna vertebrale [spondilite anchilosante]; può riscontrarsi la vicinanza con un episodio infettivo [a.reattiva/sindrome di Reiter] oppure [enteroartriti] la concomitante presenza di una malattia infiammatoria intestinale [morbo di Crohn/RettoColite Ulcerosa].
Quando sospettare la diagnosi? Quando una oppure più articolazioni presentano un dolore infiammatorio. Il dolore infiammatorio ha le seguenti caratteristiche:

1. Inizia a riposo, quando l’articolazione è immobile;
2. Si riduce con il movimento dell’articolazione;
3. E’ in grado di risvegliare il Paziente durante il sonno notturno;
4. L’articolazione colpita si presenta calda e aumentata di volume;
5. Sono presenti marcate alterazioni degli esami di laboratorio (ad es. VES e PCR).
Indagini di base da eseguire(sempre dopo aver consultato il Medico). Strumentali: radiografia convenzionale, ecografia, TAC o risonanza magnetica della/e articolazione/i interessata/e (il Medico sceglierà quale metodica sia la più opportuna per lo studio dell’articolazione in un dato momento).Di laboratorio: sono indispensabili per confermare la diagnosi, per valutare la gravità dell’artrite, per studiare se l’artrite abbia colpito organi interni, per verificare la risposta alla terapia farmacologica.

CONNETTIVITI

Caratteristiche cliniche.Sono malattie autoimmuni infiammatorie croniche che colpiscono soprattutto il genere femminile. Sono distinte in malattie che interessano tutto il corpo [lupus eritematoso sistemico]; i muscoli e la cute [polidermatomiosite]; occhi e bocca con riduzione della salivazione e lacrimazione [sindrome di Sjogren]; spalle e anche [polimialgia reumatica], cute e polmoni [sclerodermia]; piccoli vasi periferici [vasculiti, ad esempio eritema nodoso]; grandi vasi interni [arteriti]; oppure che provocano embolie/trombosi/aborti spontanei [sindrome da anticorpi anti-fosfolipidi].
Quando sospettare la diagnosi Quando insorgono sintomi – anche di modesta entità – come i seguenti: febbricola, dolore episodico lieve alle piccole articolazioni, moderata anemia e/o riduzione delle piastrine o dei globuli bianchi; modificazione lenta con indurimento della cute; dolore e debolezza muscolare; secchezza degli occhi e della bocca; dolore e fatica a muovere le spalle e le anche, noduli sottocutanei caldi, arrossati e dolenti.
Indagini di base da eseguire (sempre dopo aver consultato il Medico). Strumentali: sono utili solo per lo studio degli organi interni che possono essere colpiti da tutte queste malattie. Di laboratorio: sono raccomandate indagini volte allo studio dell’emocromo, alla ricerca di autoanticorpi, alla misurazione di popolazioni linfocitarie, alla valutazione della funzionalità biochimica di organi ed apparati.

FIBROMIALGIA

Caratteristiche cliniche.La Fibromialgia è una sindrome funzionale caratterizzata da dolore muscolo scheletrico diffuso e da un vasto numero di disturbi funzionali (cioè che non rappresentano una malattia nell’organo/apparato che li manifesta) come i seguenti: sonno non riposante con risveglio doloroso e senso di fatica, facile stancabilità, sintomi da colon irritabile, formicolio alle estremità, episodi ricorrenti di mal di testa e palpitazioni, riduzione del tono dell’umore (senso di depressione), episodi di “urgenza” per urinare, sensazione di riduzione della memoria e della capacità di comprensione e di concentrazione.
Quando sospettare la diagnosi La Fibromialgia si deve sospettare quando la sintomatologia sopra elencata persiste da oltre 3 mesi. Molto spesso l’esordio della Fibromialgia avviene successivamente ed in conseguenza di un episodio di forte stress fisico (un trauma, un’infezione) oppure psicologico.
Indagini di base da eseguire (sempre dopo aver consultato il Medico). La diagnosi di Fibromialgia è una diagnosi clinica: non esistono, al momento, marker di malattia. Non sono generalmente presenti alterazioni dei valori di laboratorio e non sono presenti alterazioni degli organi e degli apparati rilevabili con le tecniche di immagine disponibili. Il Medico Curante e lo Specialista valuteranno, caso-per-caso, se sia opportuno eseguire indagini per valutare la primitività della Fibromialgia oppure l’eventualità che la Fibromialgia sia secondaria ad altra patologia.

OSTEOPOROSI

Caratteristiche cliniche.L’osteoporosi non è una malattia, ma rappresenta l’inevitabile perdita della massa ossea che, con il passare del tempo, le donne e gli uomini presentano nel corso della vita dopo i 30 anni di età. L’osteoporosi si previene mantenendo una buona architettura ossea – con l’esercizio fisico praticato fin dall’infanzia e proseguito per tutta la vita – e cercando di evitare le cadute in età più avanzata e in vecchiaia. È di fondamentale importanza, oltre al costante esercizio fisico, mantenere per tutta la vita un adeguato introito di calcio (circa 1000 mg al giorno) e una valida quota di Vitamina D.
Quando sospettare la diagnosi È importante che il Medico e lo Specialista raccolgano la storia clinica del/la Paziente, sia quella personale sia quella della sua famiglia, indagando anche l’assunzione di farmaci che possano accelerare la perdita della massa ossea oppure deteriorare l’architettura dell’osso (ad es. cortisonici, fenobarbital, ormoni tiroidei ecc.).
Indagini di base da eseguire (sempre dopo aver consultato il Medico).Strumentali: radiografia convenzione della/e sede/i colpita/e; densitometria e/o ultrasonometria ossea.Di laboratorio: osteocalcina sierica e cross links urinari del piridinolino. Importanti sono gli esami volti alla ricerca e alla diagnosi principale in caso di osteoporosi severa in un uomo oppure in caso di sospetto di osteoporosi secondaria ad altre cause sistemiche.

MAL DI SCHIENA E LOMBOSCIATALGIA

Caratteristiche cliniche. Il mal di schiena è la tipologia di dolore più diffusa in assoluto. Le cause si dividono in due gruppi: cause meccaniche e cause sistemiche. Le cause meccaniche riguardano patologie degenerative della colonna vertebrale (artrosi, ernie del disco intervertebrale, osteocondrosi, osteoporosi) e dei muscoli della colonna (stiramenti/contratture). Le cause sistemiche si dividono in tre grandi gruppi: infiammatorie (spondilite anchilosante, artrite psoriasica), infettive (spondilodisciti) e sistemiche in senso stretto (in presenza di metastasi ossee vertebrali provocate da tumori in altre sedi); secondarie a malattie degli organi interni, quali aneurismi dell’aorta addominale, malattie renali, pelviche [utero/ovaio], pancreatiche, ecc.
Quando sospettare la diagnosi.Il dolore alla colonna, magari irradiato ad uno oppure ad entrambi gli arti inferiori. È una delle diagnosi di dolore che può rivelarsi molto difficile. Il Medico deve saper distinguere i sintomi legati ad una patologia primitiva della colonna (sia degenerativa sia infiammatoria o infettiva), ma deve porre particolare attenzione a non tralasciare lo studio di eventuali segni e sintomi che possono suggerire la presenza di malattie “esterne” alla colonna stessa.
Indagini di base da eseguire (sempre dopo aver consultato il Medico). Strumentali e di laboratorio: in considerazione della complessità e della diversità dei quadri clinici, il Medico sceglierà quale/i indagini programmare.

ARTROSI

Caratteristiche cliniche. L’artrosi (OA) rappresenta la conseguenza della degenerazione di una o di più articolari a causa di un danno a livello della cartilagine (che viene consumata e poi distrutta) e a livello dell’osso (che trasmette il dolore). L’OA può colpire tutte le articolari periferiche (degli arti superiori e inferiori) e tutte le articolazioni assiali (della colonna vertebrale). L’OA si manifesta in genere dopo i 40 anni di età in entrambi i generi e dimostra un andamento progressivo. Quando sospettare la diagnosi Quando una oppure più articolazioni presentano dolore meccanico. Il dolore meccanico ha le seguenti caratteristiche:

1. E’ assente a riposo;
2. Inizia con il movimento dell’articolazione;
3. Aumenta con l’aumentare dei movimenti e del carico articolare;
4. Non risveglia il/la Paziente durante il sonno;
5. Aumenta premendo sull’articolazione colpita;
6. Non presenta alterazioni degli esami di laboratorio (ad eccezione di un loro modesto aumento transitorio in occasione di episodi di riacutizzazione infiammatoria, in genere di breve durata).

Indagini di base da eseguire (sempre dopo aver consultato il Medico). Strumentali: radiografia convenzionale, ecografia, TAC o risonanza magnetica della/e articolazione/i interessata/e (il Medico sceglierà quale metodica sia la più opportuna per lo studio della/e articolazione/i in quel dato momento). Di Laboratorio: in genere non sono indispensabili, a meno che il Medico non ritenga opportuno escludere situazioni cliniche di tipo infiammatorio oppure altra patologia associata al dolore.

DOLORE ACUTO

Cos’è. Il dolore acuto è un sintomo. Il d. acuto è un sintomo importante che permette al Medico di porre un sospetto diagnostico e programmare indagini strumentali e di laboratorio per una corretta diagnosi ed una specifica terapia (medica o chirurgica). Le cause di d. acuto possono essere molteplici:

1. Lesione esterna al corpo oppure interna;
2. Trauma esterno al corpo oppure interno;
3. Dolore post-operatorio.

Indagini di base da eseguire (sempre dopo aver consultato il Medico). Il Medico Curante e lo Specialista valuteranno, caso-per-caso, quali indagini strumentali e quali esami di laboratorio far eseguire al/alla Paziente per una corretta conferma diagnostica. La corretta diagnosi permetterà la scelta del migliore intervento medico o chirurgico e della migliore terapia analgesica.

DOLORE NEUROPATICO

Caratteristiche cliniche. Il d. neuropatico è causato dalla sofferenza di uno o di più nervi periferici (es. radicolopatie da compressione midollare oppure in seguito alla comparsa – anche pregressa con avvenuta guarigione – di Herpes Zoster), così come da meccanismi complessi di sensibilizzazione centrale con sofferenza cronica del sistema nervoso centrale.
Quando sospettare la diagnosi. Il d. neuropatico si deve sospettare quando il dolore è riferito essere presente sul territorio di innervazione di uno o di più nervi, con le seguenti caratteristiche: sensazione di bruciore, sensazione di scossa elettrica, sensazione di spilli conficcati nella pelle, formicolii diffusi.
Indagini di base da eseguire (sempre dopo aver consultato il Medico). Il Medico Curante e lo Specialista valuteranno, caso-per-caso, quali indagini strumentali e quali esami di laboratorio far eseguire al/alla Paziente per una corretta diagnosi. La corretta diagnosi permetterà la scelta della migliore terapia analgesica.

DOLORE CRONICO

Cos’è Il dolore cronico è oggi considerato una malattia cronica a sé stante. Il d. cronico può essere distinto nei seguenti:

1. Degenerativo;
2. Infiammatorio;
3. Neuropatico;
4. Misto;
5. Oncologico.

Il d. degenerativo compare in corso di malattie reumatologiche degenerative (ad es. artrosi); il d. infiammatorio si manifesta in corso di malattie reumatologiche infiammatorie (ad es. artriti e connettiviti); il d. neuropatico è causato da una sofferenza di uno o di più nervi periferici oppure da una sofferenza del sistema nervoso centrale; il d. misto è caratterizzato dall’unione dei 2-3 dei precedenti tipi di dolore; il d. oncologico insorge in conseguenza della presenza di una malattia neoplastica. Quando sospettare la diagnosi. Si definisce cronico un dolore che persiste oltre 3 mesi consecutivi. Indagini di base da eseguire (sempre dopo aver consultato il Medico). Il Medico Curante e lo Specialista valuteranno, caso-per-caso, quali indagini strumentali e quali esami di laboratorio far eseguire al/alla Paziente per una corretta diagnosi. La corretta diagnosi permetterà la scelta della migliore terapia analgesica.

DOLOREONCOLOGICO

Caratteristiche cliniche. Il d. oncologico si può manifestare durante il decorso ed in conseguenza di una malattia neoplastica. Il d. oncologico è generalmente caratterizzato da un dolore di fondo e da un dolore acuto episodico intenso (il cosiddetto breakthrough cancer pain, BtCP).
Indagini di base da eseguire (sempre dopo aver consultato il Medico). Il Medico Curante e lo Specialista valuteranno, caso-per-caso, quali indagini strumentali e quali esami di laboratorio far eseguire al/alla Paziente per una corretta diagnosi. La corretta diagnosi permetterà la scelta della migliore terapia analgesica, sia per ridurre il più possibile il dolore di fondo, sia per combattere il BtCP.

FARMACI ANTI-INFIAMMATORI

Indicazioni. Si dividono in due grandi categorie: steroidei (cortisonici) e non-steroidei. Hanno un’azione molto efficace contro l’infiammazione, le reazioni autoimmuni, la reazione allo stress, il dolore di tipo periferico e di tipo infiammatorio.
Precauzioni. Sono tutti farmaci molto efficaci, ma vanno assunti sempre dopo aver consultato il Medico. Devono essere tenute sempre presenti eventuali malattie associate e terapie croniche per altre patologie.
Effetti collaterali e indesiderati. Tutti gli anti-infiammatori sono in grado di provocare effetti avversi anche gravi e potenzialmente fatali. Si raccomanda comunque di consultare sempre il foglietto illustrativo e di seguire le indicazioni del Medico.
Ogni terapia farmacologica deve essere valutata e prescritta solo su indicazione del Medico Curante e/o del Medico Specialista.

PREPARATI MIORILASSANTI, ADIUVANTI, VITAMINA D

Indicazioni. Nella terapia del dolore i miorilassanti e gli adiuvanti sono spesso di grande efficacia nella terapia analgesica di combinazione con altri farmaci (paracetamolo, anti-infiammatori ed oppiacei). La vitamina D è oggi considerata un vero e proprio ormone che non soltanto contribuisce alla salute dello scheletro (riducendo il rischio di osteoporosi), ma agisce anche come adiuvante nella terapia anti-infiammatoria ed autoimmune.
Precauzioni. Il Medico curante e lo Specialista forniranno tutte le istruzioni circa le precauzioni che devono essere messe in atto durante il periodo di cura e di terapia.
Effetti collaterali e indesiderati. Se assunti opportunamente ed in modo appropriato, questi preparati presentano un rischio di eventi avversi non particolarmente rilevante. Si raccomanda comunque di consultare sempre il foglietto illustrativo.
Ogni terapia farmacologica deve essere valutata e prescritta solo su indicazione del Medico Curante e/o del Medico Specialista.

PARACETAMOLO

Indicazioni. Il Paracetamolo è un farmaco con azione antipiretica (riduce la temperatura corporea) ed analgesica (riduce il dolore). Il dosaggio analgesico è di 1 compressa pari a 1000 mg (1 grammo) e si può arrivare ad un dosaggio di 3 compresse al giorno (assunte anche a stomaco vuoto). Per una migliore terapia analgesica si suggerisce assumere il paracetamolo non ad orario fisso, ma al momento dell’inizio del dolore.
Precauzioni. Durante una terapia prolungata e/o dosaggio massimo (3 compresse al giorno), si raccomanda di controllare periodicamente gli enzimi della funzionalità epatica (transaminasi, fosfatasi alcalina e gamma-GT).
Effetti collaterali ed indesiderati. Il Paracetamolo è ben tollerato e generalmente non provoca effetti avversi a livello gastrico e renale. Si raccomanda comunque sempre di consultare il foglietto illustrativo.
Ogni terapia farmacologica deve essere valutata e prescritta solo su indicazione del Medico Curante e/o del Medico Specialista.

FARMACI OPPIACEI

Indicazioni. Gli oppiacei sono potenti farmaci contro il dolore acuto e cronico. Derivano quasi tutti dalla morfina e somigliano a molecole prodotte fisiologicamente dal corpo umano quando è richiesta un’azione analgesica. Gli oppiacei trovano indicazione non solo nel dolore di grande intensità, ma anche nel dolore cronico e di grado moderato.
Precauzioni. Il Paziente dovrà esaminare insieme al proprio Medico curante la reale necessità e la durata della terapia, nonché le malattie e le terapie associate, per non rischiare eventi indesiderati, anche gravi. Se prescritti secondo le linee guida e se assunti in modo corretto, gli oppiacei sono molto efficaci.
Effetti collaterali e indesiderati. Sono farmaci molto efficaci ma potenzialmente pericolosi se non si seguono le indicazioni del Medico Curante. La sonnolenza e la stipsi (specie nei primi giorni di terapia) sono due degli effetti collaterali più frequenti. Si raccomanda di consultare sempre il foglietto illustrativo.
Ogni terapia farmacologica deve essere valutata e prescritta solo su indicazione del Medico Curante e/o del Medico Specialista.

Autore: Prof. Stefano Coaccioli

Differenza tra onde d’urto focali e onde d’urto radiali

Differenza tra onde d’urto focali e onde d’urto radiali

La terapia a onde d’urto è un metodo di trattamento in cui un manipolo emette delle “onde” sulla zona del corpo da trattare. Negli ultimi anni sono state condotte numerose ricerche scientifiche sulla terapia a onde d’urto. Un’analisi di queste pubblicazioni non solo rivela numerose evidenze al riguardo, ma anche che un gran numero di pazienti dichiara di trarre benefici dal trattamento.

Come funziona la terapia a onde d’urto?

La terapia a onde d’urto si basa sull’utilizzo di onde acustiche ad alta intensità che vengono irradiate in profondità a livello di un tessuto o di un organo. La propagazione di queste onde genera i seguenti effetti:

  • Stimola l’attivazione dei naturali processi biologici di riparazione;
  • Genera in profondità la riduzione dell’infiammazione locali e della sintomatologia dolorosa;
  • Stimola la neoformazione di vasi sanguigni;
  • A livello dell’osso, le onde d’urto agiscono sulla riattivazione del processo di formazione dell’osso.

Ne esistono due differenti tipologie: radiali e focali.

Tipologia Radiale

Le onde d’urto radiali non sono direzionate su un unico punto ma si irradiano su tutta la superficie trattata. Le apparecchiature radiali richiedono inoltre un numero maggiore di impulsi e di ritrattamenti per la risoluzione di una patologia.

Tipologia Focale

Le onde d’urto focali sono onde la cui energia viene concentrata (focalizzata) su un punto della parte trattata. E’ possibile regolare esattamente la profondita di penetrazione e focalizzare l’energia direttamente sull’area da trattare, che si trovi a livello superficiale o profondo. 

Esempio di onda focalizzata e onda radiale.

Effetti delle onde d’urto in Fisioterapia

Le onde d’urto inducono una riduzione del dolore mediante inibizione dei recettori specifici, che quindi non possono trasmettere l’impulso doloroso e mediante il rilascio locale di endorfine, particolari sostanze prodotte dal nostro organismo, in grado di ridurre la sensibilità dolorifica. Le onde d’urto vengono spesso associate ad altre terapie per aumentare la percentuale di successo del trattamento.

Ortopedia infantile

Ortopedia infantile

L’ortopedia infantile è una branca della chirurgia ortopedica e traumatologica che si occupa delle lesioni e dei disturbi muscolo-scheletrici dei bambini e degli adolescenti. È nota anche con il nome di traumatologia infantile o chirurgia ortopedica infantile. Gli esempi più frequenti di lesioni infantili sono le malformazioni dei piedi, disturbi dell’andatura, ecc. Questi problemi possono essere ereditari, congeniti o acquisiti.

Che patologie tratta l’ortopedia infantile?

Come per altri campi della medicina, la diagnosi precoce può aiutare a prevenire un problema ortopedico durante l’infanzia, ciò significa ricevere un miglior trattamento e una correzione più rapida della malformazione. Tra le patologie trattate dall’ortopedia infantile vi sono: Malformazioni della colonna Malformazioni di braccia e gambe Malformazioni dell’apparato locomotore provocate da patologie neuro-muscolari, metaboliche, ecc.

Inoltre, come esempi più frequenti è possibile annoverare: Malformazioni dei piedi (piede piatto o cavo) Disturbi dell’andatura (differenza di lunghezza degli arti inferiori) Displasia dell’anca Deformazioni angolari degli arti inferiori.

Quando si riscontra un problema nel bambino, è importante consultare uno specialista in ortopedia. Egli potrà, infatti, eseguire un esame fisico completo per valutare il raggio del movimento articolare, identificare le zone di dolore, in caso di versamenti cercare articoli in letteratura e verificare la stabilità dell’articolazione.

Perché una branca specifica?

  • L’ortopedico pediatrico deve avere esperienza specifica per le problematiche dell’età della crescita, così da poter distinguere aspetti che sono fisiologici per quella fascia di età, aspetti che sono al limite della fisiologia (parafisiologici) e meritano dei controlli nel tempo, e aspetti patologici che necessitano di un trattamento.
  • Ci si avvale della collaborazione con i pediatri e di valutazioni interdisciplinari con altre branche (ad esempio, fisioterapia, radiologia).

Cipolla? Magari rossa

Cipolla? Magari rossa

Il periodo estivo è quello più favorevole alle insalate, piatti freschi che se ben organizzate possono risultare oltre che piacevoli anche molto validi dal punto di vista nutrizionale. Un ingrediente che è spesso presente è la cipolla. Mi piace sottolineare le proprietà di alimenti che realmente fanno parte della cultura e della tipicità mediterranea, in particolare la cipolla, ormai diffusa in tutto il mondo ha conosciuto il percorso inverso dei pomodori ovvero è stata portata in America da Colombo; nel Mediterraneo era raccolta e consumata sin dall’età del Bronzo, fino agli Egizi che ne fecero oggetto di culto grazie agli anelli concentrici che la caratterizzano, visti simbolo di vita eterna, se ne trovano frequentemente resti nei sarcofagi.

Spesso utilizzata nella medicina tradizionale, ad esempio nell’antica Grecia, in effetti possiede molte proprietà benefiche tra le quali dei contenuti validi di vitamine (in particolare la C e la niacina), minerali come potassio, calcio e fosforo.

La caratteristica più conosciuto è dovuta alla presenza di composti solforati, che a contatto con l’aria trasformandosi in acido solforico, causano la ben nota lacrimazione e per evitarla sarebbe bene pelarle e tagliarle sotto l’acqua corrente. I composti solforati si sono dimostrati, però, benefici per il benessere cardiovascolare, in questo la cipolla è accomunata all’aglio, c’è da dire che queste spezie sono ormai tipiche della cultura asiatica, in molti piatti sono usati entrambi e potrebbe essere questa, più che la soia, il segreto della scarsa incidenza di patologie cardiovascolari nelle popolazioni asiatiche.
Ma da calabrese mi piace ancor di più scriver di una varietà IGP tipica della Calabria ma nota almeno in tutta Italia la varietà rossa di Tropea, questa, oltre ad avere un gusto decisamente più dolce e delicato di altre, ha una qualità insospettata, la presenza di un importante quantitativo di quercetina. Questa sostanza (un polifenolo, presente ad esempio anche nella buccia delle mele), ha proprietà antiossidanti ed antitumorali, insieme a questa un elevato contenuto di antociani, sostanze di colorazione accesa (tipiche ad esempio dei mirtilli e del melograno) con azione simile e sinergica ai polifenoli, secondo un recente studio della Università canadese di Guelph in particolare la cipolla rossa (ruby ring onion) ha caratteristiche migliori per rallentare la proliferazione del tumore, in particolare al seno. Da utilizzare magari in abbinamento con pomodori ed olio di oliva, un vero cocktail di antiossidanti utilissimi in periodi di stress da caldo e lavoro!

Autore: Dr. Roberto Cannataro

Tutto ciò che dovete sapere sul colesterolo

Tutto ciò che dovete sapere sul colesterolo

Anche a causa di qualche eccesso alimentare di questo periodo, ne sento parlare e ne leggo un po’ di più, ma come al solito mi piace cercare di fare chiarezza!
Innanzitutto, per quanto possa dar luogo a problematiche molto importanti, non dimentichiamo che le patologie cardiovascolari sono la prima causa di morte nel mondo, non vivremmo senza! Infatti il nostro organismo sintetizza, a partire dal colesterolo, gli ormoni steroidei (ormoni sessuali sia maschile che femminili, cortisone ed aldosterone) ma anche la vitamina D; meno noto ma altrettanto importante è che il colesterolo è parte integrante delle membrane cellulari, di fatto senza il temuto lipide le membrane perderebbero di stabilità specialmente in condizioni climatiche più estreme.

Tutti sanno bene che è contenuto nei derivati del latte e nelle carni, specialmente negli insaccati, ma non mi capita di rado di seguire dei vegani con il colesterolo elevato…..strano? No, in quanto necessario, siamo noi che sintetizziamo il colesterolo a partire da grassi e carboidrati, in particolare sotto lo stimolo dell’insulina (quindi in eccesso calorico), ecco spiegato perché anche non assumendolo direttamente si può andare in eccesso, si stima che i 2/3 del colesterolo circolante sono sintetizzati dal nostro organismo.

Ma c’è di più, il colesterolo, perché dia inizia alla tento, giustamente, temuta aterosclerosi (è questo il termine corretto che indica formazione di un ateroma e sclerosi ovvero irrigidimento), deve essere ossidato, quindi corretto tenerlo sotto controllo, occhio attento all’HDL, non a caso detto colesterolo buono (fondamentalmente porta via il colesterolo dal sangue), ma soprattutto evitare che si ossidi, quindi evitare il fumo, ma in ogni caso avere un apporto giornaliero di frutta, verdura e magari anche il supporto di integratori come la tanto economica quanto efficace vitamina C!
Quindi certo fare attenzione ai cibi che ne contengono direttamente, ma sembra strano ma un piatto di pasta al pomodoro può essere persino peggio! Come ho scritto più di una volta, meglio se preceduto da un contorno e se condito con una fonte proteica!

Autore: Dr. Roberto Cannataro

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