Maggio 2021

L’educatore professionale

L’educatore professionale

L’educatore professionale è un operatore sociale e sanitario che lavora con soggetti che si trovano in condizioni di fragilità di natura fisica, psichica e sociale. esso risponde ai bisogni prioritari di salute attraverso interventi educativi e riabilitativi finalizzati alla persona per poter recuperare, mantenere e potenziare le abilità , le risorse e le autonomie funzionali. tutto questo grazie anche alla stretta collaborazione con gli altri professionisti sanitari che insieme costituiscono l’equipe multidisciplinare che ha in carico la persona.

L’educatore professionale svolge la sua attività professionale, nell’ambito delle sue competenze, in strutture e servizi sociosanitari e socioeducativi pubblici o privati, sul territorio, nelle strutture residenziali e semiresidenziali. in tali contesti l’educatore ha come obiettivo: la programmazione, la gestione e la verifica di interventi educativi per soggetti che hanno bisogno di raggiungere livelli sempre più alti di autonomia coinvolgendo non solo le altre figure professionali ma anche le loro famiglie, i gruppi, la comunità di riferimento.

Gli interventi sono indirizzati verso i soggetti con difficoltà e fragilità di diversa tipologia e livello. Tra questi i minori, gli anziani, i tossicodipendenti, i soggetti con disabilità fisica e mentale, alcolisti, carcerati, pazienti psichiatrici. Molte volte la prese in carico non sono individuali, perchè si agisce nell’ambiente in cui si opera. Si devono considerare più \”attori\” ed elementi che insieme portano al raggiungimento degli obiettivi.

Autore: Marida Scarpelli

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Dieta antinfiammatoria?

Dieta antinfiammatoria?

Leggo spesso di proposte dietetiche-nutrizionali che propongono un’azione antinfiammatoria, spesso puntando l’indice su alcuni alimenti o classi di alimenti, di fatto non esistono alimenti o classi di alimenti che hanno un’azione proinfiammatoria su tutti i soggetti, sani o in stati patologici. Quindi non assolutamente detto che bisogno evitare il lattosio o i derivati del latte, il glutine, la soia, le solanacee per citare i più comunemente additati.
Questi, così come altri, vanno limitati o in alcuni casi completamente eliminati se si manifesta una sensibilità, ma non è detto che siano da eliminare per tutti.

Queste “eliminazioni” di certo rendono la dieta meno varia e quindi piacevole, di conseguenza meno perseguibile nel tempo, personalmente ritengo questo punto fondamentale, ovvero perché la dieta diventi uno stile di vita non può prescindere dal lato piacevole, quindi maggiori sono i limiti, minore è l’aderenza a lungo termine al programma.
Dunque non esiste una dieta anitinfiammatoria? Di fatto esiste una dieta che non sia proinfiammatoria, ovvero un programma nutrizionale che non crei fenomeni infiammatori e l’unico che ha un razionale biochimico fisiologico è quello conseguente all’innalzamento della glicemia, cosa che succede ogni volta che mangiamo e tanto più rapido ed intenso quanti più sono i carboidrati presenti, in assoluto, ed in rapporto agli altri nutrienti.
Questo perché si verifica il fenomeno della glicazione delle proteine, il glucosio su lega alle proteine rendendole inutili e quindi da sostituire, se non vengono sostituite rapidamente danno luogo agli AGE (Advanced Glycation Endproduct) molecole sicuramente infiammatorie, potenzialmente cancerogene.

Dunque una dieta che limita come l’intensità (quindi avere sempre delle fibre ai pasti, in particolare se ricchi di carboidrati) e la rapidità (ma limitare anche il quantitativo assoluto dei carboidrati presenti) degli innalzamenti glicemici è antiinfiammatoria. Ciò non significa non mangiare un dolce o un primo ben condito, innanzitutto bisognerebbe non averli ogni giorno (in modo da dare il tempo al nostro organismo di sostituire le proteine glicate) e cercare di inserire sempre della verdura o degli ortaggi ad ogni pasto, specialmente prima di un bel piatto di pasta, che fa parte della nostra cultura e non è dannoso di per sé!
Come ogni alimento, zucchero compreso, non di per sé dannoso, è problematico l’uso che ne facciamo.

Autore: Dr. Roberto Cannataro

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La fisioterapia temporo mandibolare

La fisioterapia temporo mandibolare

L’articolazione Temporo-Mandibolare fa riferimento alla giunzione tra le ossa temporali del cranio e la mandibola. Si trovano in prossimità dell’orecchio e lavora in sinergia con quella del lato opposto, quando la bocca si deve aprire si compie il movimento di rotazione e di traslazione quando deve masticare. Le articolazioni sono essenziali per lo svolgimento:

  • Masticazione, è importante masticare da tutti e due i lati della bocca, si inizia lentamente, applicando forza minima, mentre il cervello realizza che tipo di alimento abbiamo messo in bocca;
  • Fonazione e Deglutizione, è il processo attraverso cui riusciamo a far progredire il bolo alimentare dalla bocca allo stomaco. Nella deglutizione così come per la fonazione, la lingua svolge un ruolo centrale.

Sintomi

Per capire se ci sono disturbi temporo – mandibolare dobbiamo sapere quali sono i sintomi, alcuni sintomi sono più frequenti mentre altri sono più rari. Sintomi più frequenti:

  • Dolore alla mandibola quando si apre bocca o si mastica;
  • Dolore all’orecchio, mandibola e al collo;
  • Mal di testa, precisamente sulle tempie;
  • Limitazione ad aprire la bocca;
  • Dolori cervicali;

In modalità rara si possono avvertire vertigini, dolore alla gola, dolore occhi o sensibilità alla luce.

Cause

In molti casi, la causa del disturbo temporomandibolare è rappresentata da problemi anatomici delle articolazioni. A volte sono presenti fattori come Serrare e Dgrignare i denti, disturbi sistemici (come disturbi ossei genetici), infezioni, traumi, denti non allineati e anche la costante masticazione di gomme possono causare i sintomi. Le cause specifiche comprendono:

  • Affaticamento e uso eccessivo dei muscoli;
  • Artrite;
  • Incoordinazione condilo-discale dell’articolazione temporomandibolare;
  • Anchilosi;
  • Ipermobilità;

L’approccio moderno alla terapia occlusale prevede una valutazione clinico-strumentale del paziente e il ruolo del fisioterapista è importate per la riabilitazione fisiochinesiterapia. Lo specialista effettua delle manovre che servono a correggere abitudini sbagliate e fanno rialliniare correttamente l’articolazioe attraverso esercizi mirati. Il fisioterapista affronta il problema tenendo in considerazione anche i muscoli cervicali e quelli respiratori.

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Educazione ed emozioni

Educazione ed emozioni

Il tema delle emozioni è senza dubbio uno dei più ampi nei campi delle scienze umane difatti governano tutti i rapporti umani, permettendo alle persone di aprirsi al mondo e di entrare in relazione con gli altri. La gestione delle emozioni è un tema trasversale a tutte le fasce di età, dall’infanzia al mondo adulto riconoscerle e saperle gestire significa stare meglio al mondo con se stessi, con la propria famiglia e con gli altri. È importante per genitori, insegnanti ed educatori diventare delle guide per accompagnare l’individuo di ogni età nell’esplorazione dei sentimenti, delle emozioni e delle affettività e comprenderne le valenze educative. Le emozioni sono differenti rispetto ai sentimenti difatti provocano cambiamenti fisiologici, comportamentali e psicologici.

L’educazione svolge un ruolo fondamentale in tutto ciò difatti il significato della stessa è: “condurre fuori, liberare, far venire alla luce qualcosa che è nascosto, portare a compimento” ed ha l’obiettivo di sviluppare competenze emotive o meglio l’insieme di conoscenze, abilità, capacità e attitudini necessarie a prendere coscienza e consapevolezza, delle proprie emozioni.

Educare alle emozioni è un compito impegnativo ma fondamentale per favorire l’apprendimento perché non è solo con l’intelligenza e la razionalità che si ha successo nell’apprendimento. L’emozione influisce nel processo di apprendimento in quanto agisce come guida nella presa di decisioni e nella formulazione delle idee. L’importanza delle emozioni nell’apprendimento e messa in evidenza dal collegamento che c’è tra le stesse emozioni e la memoria. Infatti le emozioni che la nostra mente cataloga come “importanti” hanno una buona probabilità di venire successivamente ricordate. Educare alle emozioni significa imparare a stare nell’emozione senza esserne sopraffatto altrimenti non è un’educazione ma una forma di repressione.

Autore: Educatore Anna Greco

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