L’epicondilite: cos’è e come si cura
Epicondilite è una delle lesioni più comuni nel padel e nel tennis. L’epicondilite, anche definita più comunemente “gomito del tennista”, è una malattia infiammatoria che colpisce il gomito, più precisamente il muscolo estensore radiale breve del carpo e la sua inserzione ossea sull’epicondilo omerale, ed è riscontrabile prevalentemente in soggetti che sollecitano assiduamente il muscolo citato. Da uno studio fatto si evince che questa lesione è il terzo infortunio più frequente associato alla pratica degli sport come padel e tennis.
Le cause ancora oggi non sono del tutto chiare ma si ipotizza siano spesso di origine degenerativa microtraumatica e che possa esserci una predisposizione locale ed individuale a sviluppare questo disturbo. Oppure la cattiva tecnica durante il colpo, soprattutto se si gioca di rovescio.
I sintomi si manifestano in forte dolore cronico locale e difficoltà di alcuni movimenti che coinvolgono le braccia e se non si interviene repentinamente sull’infiammazione il gomito può gonfiarsi, sintomo di un versamento di liquido sinoviale interno. In Italia si stima che la fascia di età più colpita dall’epicondilite va dai 30 ai 50 anni, senza alcuna distinzione di sesso. Di seguito come prevenire l’infiammazione dei tendini con alcuni esercizi di stretching:
Ginnastica per il gomito
Una prima pratica è fortificare la muscolatura del braccio e avambraccio, quindi si consiglia di eseguire questi esercizi primi di iniziare l’attività fisica per un massimo di 20 minuti e con un riposo di 3 minuti.
Esercizio 1: Rinforzi con la pallina, impugnate una palla da padel/tennis per ciascuna mano e stringete con forza più volte di seguito.
Esercizio 2: Pressione dei palmi, in piadi unire le mani all’altezza del petto e si spingono i palmi l’uno contro l’altro e allargare lentamente i gomiti, raggiunto il punto di massimo sforzo mantieni per 5 secondi e si ripete per un minimo di 10 volte.
Esercizio 3: Estensione del polso, distendere il braccio destro in avanti e solleva il palmo, ora con l’altra mano, afferra le dita e tirale il più possibile verso di te, in modo graduale per 30 secondi, e ripeti anche con l’altro braccio.
Come si cura: nella fase acuta
1 – Ghiaccio: dai 5-20 minuti di impacco ghiacciato 2-3 volte al giorno aiutano a ridurre l’infiammazione.
2 – Anti infiammatori: Naturalmente deve essere il medico a prescriverteli.
3 – Cerotti Medicati: Possiamo riporre sui cerotti anti infiammatori per riuscire ad arrivare più vicino alla zona “infiammata”. Questo trattamento va sempre rivolto nei primi 15-25 giorni dopo il dolore.
4 – Tutore di contenimento: Il tutore comprime leggermente la parte e fa in modo che tutela il gomito, ognuno con caratteristiche specifiche che aiutano a combattere la patologia.
Un esame completo per diagnosticare questa malattia comprende l’analisi sull’epicondilo nell’eseguire alcuni movimenti, la palpazione, test semeiologici specifici ed esami strumentali (ecografia, tac, risonanza magnetica e radiografia). Considerando che è una malattia dovuta ad attività ripetute meccanicamente, la prima azione da compiere per la guarigione è il riposo per poi ricorrere ad antinfiammatori e ad infiltrazioni locali con steroidi. Uno dei metodi più diffusi oggi è costituito dalle onde d’urto focali, poichè garantiscono una maggiore probabilità di guarigione dalla malattia nella maniera meno cruenta possibile.
Per una guarigione completa dall’epicondilite, alle alternative finora elencate bisognerebbe sempre associare un programma riabilitativo fisioterapico, il quale permette di recuperare la funzionalità del braccio e aiuta a correggere il movimento ripetitivo che ha generato la malattia, modificando le abitudini, la posizione o gli strumenti di lavoro del soggetto, e rinforzando la muscolatura del braccio con esercizi di stretching.