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Che ansia!

Che ansia!

E’ il titolo del libro di Albert Ellis edito dalla Erikson ma è anche un’affermazione che noi tutti ripetiamo inconsapevoli. “Che ansia” si converte in una condizione di malessere psicologico, che le persone pensano di saper “gestire e/o controllare”.
Perché è sbagliato parlare di controllo o gestione dell’ansia? È sbagliato perché l’ansia è anch’essa un’emozione che insieme alla paura, rappresentano un campanello d’allarme efacilitanola nostra sopravvivenza e la nostra sicurezza, una tendenza all’azione che ci avverte che qualcosa sta succedendo o potrebbe succedere, con la differenza che cessato il pericolo, viene a decadere anche l’emozione della paura. In alcuni casi, è difficile scindere l’emozione della paura da quella dell’ansia perché entrambe hanno caratteristiche simili e l’unico elemento che li contraddistingue è proprio la durata di persistenza del quadro sintomatologico, determinato dal fatto che per la paura, l’oggetto temuto è reale, mentre per l’ansia, è irrazionale o non reale. Queste sensazioni sono spiacevoli e spesso ci bloccano, facendoci rimanere ancorati in pensieri disfunzionali e inefficaci alla nostra vita e così l’ansia, come dice A. Ellis, diventa inappropriata, assumendo la forma di panico, fobia, terrore, tremore, soffocamento, annebbiamento mentale o qualsiasi altra tipologia di disturbo a livello fisico o psicosomatico.

Quali sono i sintomi legati all’ansia e cosa fare? Spesso, il quadro sintomatologico legato al disturbo d’ansia o “ansia inappropriata”, è dovuto ai c.d. pensieri disfunzionali e molte persone, evitano di mettere in atto comportamenti che determinano il vivere una vita “normale” e nell’evitare, in realtà, non fanno altro che condurre la loro vita con una rotta innaturale, in senso metaforico: “navigano sulla propria barca ma senza avere nessuna possibilità di scegliere dove andare”. “L’ansia non si gestisce né si controlla perché fa parte di noi, l’ansia si accoglie e si ascolta, perché portatrice di un messaggio e quando questa diventa prepotente, forte e il mare comincia ad essere sempre più mosso, fidarsi e affidarsi ad un/a professionista che insieme, possa avventurarsi in questa traversata, facendo sì che diventiate il capitano della vostra barca”.

Autore: Dott.ssa Deborah Vizza

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Cambi di stagione e patologie: l’importanza della Fisioterapia

Cambi di stagione e patologie: l’importanza della Fisioterapia

In primavera ci faranno compagnia i soliti “acciacchi di stagione”, il meteo influiscono sulla nostra salute e sui dolori perché con il cambio di stagione il corpo deve essere in armonia con l’ambiente esterno. In ambito ortopedico sono numerose le patologie che risentono notevolmente dei cambiamenti climatici. Di seguito alcune:

Fibriomalgia

La fibromialgia o sindrome fibromialgica è una malattia cronica che provoca dolore diffuso, indebolimento/stanchezza ingiustificate da uno sforzo fisico e rigidità muscolare.

Artrite reumatoide

L’Artrite Reumatoide si manifesta con articolazioni dolenti, gonfie, calde e arrossate, associate o meno a rigidità mattutina prolungata. Le articolazioni più frequentemente coinvolte sono quelle piccole delle dita delle mani, i polsi, i piedi, le ginocchia e le caviglie; più raro è il coinvolgimento di anche, spalle, gomiti e rachide.

Osteoartrite

L’osteoartrite è la forma più comune di artrite, che causa danni alla cartilagine e ai tessuti circostanti ed è caratterizzata da dolore, rigidità e perdita della funzionalità.

Lombalgia

La Lombalgia, comunemente chiamata mal di schiena, solitamente interessa la zona inferiore della schiena. Secondo molti pazienti i cambiamenti delle condizioni atmosferiche sarebbero tra i fattori scatenanti dolori muscolo-scheletrici alla schiena, che aumenterebbero nei giorni meno caldi o in cui la pressione barometrica precipita (es. cielo coperto e temporale).

Dolore avvertito in corrispondenza di cicatrici e fratture

Secondo molti studi, esiste un legame diretto tra i cambiamenti climatici e i dolori articolari di cui soffrono alcune persone, basato su motivazioni biologiche.

Alla luce di ciò il cambio di stagione che molte persone sentono peggiorare le loro condizioni, per questo motivo sarebbe utili e consigliato ripetere i cicli di terapia almeno 2 volte all’anno, proprio in occasione delle stagioni come l’autunno e al primavere, al fine di attenuare gli effetti dei cambi di temperatura e degli sbalzi di pressione atmosferica.

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Benessere psicologico con l’arrivo della stagione estiva

Benessere psicologico con l’arrivo della stagione estiva

Per natura siamo un pò tutti Meteoropatici, la prima cosa al nostro al risveglio guardiamo fuori dalla finestra per sapere che tempo ci aspetta durante la giornata. Dall’esito del tempo si può diventare malinconici o irritabili, il clima è importante per la psiche. Con l’arrivo della bella stagione, è bene ripassare un po’ perché il sole fa bene, i benefici sono molteplici per il nostro corpo e soprattutto per la nostra mente. Con la bella stagione siamo più propensi a uscire e a fare movimento, la natura è spesso rigogliosa, ricca di colori e siamo attratti e affascinati dalla bellezza di ciò che ci circonda.

Il sole e l’umore

Vi siete mai chieste perché il periodo estivo vi sentite più gioiosi, rilassati e sorridenti? Tutto merito del sole. Il sole viene sempre visto come un nemico da cui proteggerci, ma dobbiamo parlare anche delle sue proprietà benefiche, stare 30 minuti al giorno sotto ai raggi del sole, almeno tre volte a settimana è salutare. La luce solare attenua l’ansia e stress; è infatti responsabile della produzione di serotonina, un neurotrasmettitore (una sostanza che trasmette segnali tra i neuroni) che favorisce il buon umore. D’inverno, quando la luce del sole è scarsa, provoca una sensazione di stanchezza o persino depressione. Il sole è una medicina naturale quando ci esponiamo al calote sei suoi raggi, tendiamo a rilassare i muscoli e tsciogliere la tensione che si accumula nel notro corpo. Uno studio definisce il sole come \”afrodisiaco naturale\” perchè la luce solare prova l’aumento del desiderio, stimolando la produzione di ormoni che sono importanti per lo stimolo sessuale.

Godetevi i primi caldi raggi di sole, uscite e innamorate della natura, dei primi fiori primaverili e di tutto ciò che vi offre e che molte volte sottovalutiamo.

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Mamma, aiutami a dire pa-pa…Parole!

Mamma, aiutami a dire pa-pa…Parole!

Molte volte ci concentriamo solo ed sclusivamnete sul superamento del disturbo dei piccoli pazienti. Cosi facendo sottovalutiamo la condizine psico-emotiva della coppia Genitorile, in relazione alla gestione di una difficoltà del proprio figlio.

<< Mamma, aiutami a dire pa – pa! >> era la frase che Cecilia continuava a dire, a ridire, a lasciare in sospeso.
<<E’ facile! Ci riesci già benissimo da sola! Comunque, prova a ripetere, dai: papà>> rispondeva ogni volta come un nastro rotto la mamma.
<<Mamma, ma – ma io non devo ripetere “papà”, voglio dire pa –pa . . .>>. La mamma non capiva cosa volesse dire Cecilia, la sua unica figlia, che,
da alcuni giorni, un bel po’ ormai, aveva iniziato a balbettare. L’espressione
interrotta: <<mamma, aiutami a dire pa – pa!>>, in particolare, l’aveva fatta coincidere con la partenza, per motivi di lavoro, di Riccardo, suo papà
per l’appunto.
<<Dlin-dlon mamma! Mamma dlin-dlon, il campanello!>> urlò Cecilia dalla sua cameretta al piano di sopra, nella quale era salita da circa un’ora a far fnta di riposare.
<<Ma tu non dovevi fare il tuo sonnellino pomeridiano?>> replicò la mamma, dal divano, su cui si era adagiata per rifugiarsi nei suoi pensieri. Ed era proprio a causa dei suoi pensieri, che non aveva affatto sentito il suono di quel campanello. Si alzò e si diresse verso l’uscio, sistemandosi i capelli arruffati dal cuscino. Aprì la porta.
<<Jonas! E tu che ci fai qui?>>
<<Signora Michela, ho capito?>>
<<Di cosa parli? Vieni, entra!>>

<<No, non posso, dovrei essere nella mia stanza a riposare, se mia madre mi scopre sono guai!>>
<<Non sei il solo! Comunque, dimmi pure!>>
<<Ho scoperto cosa vuole dire Cecilia con “pa – pa”, quella parola che non riesce a fnire!>>
<<E tu cosa ne sai?>>

<<Non fa altro che parlare di questo a scuola! E’ tutta la notte che ci penso! Sì, deve essere per forza così!>>
<<E cosa dice a scuola?>>
<<Dice che lei, signora Michela, non dorme mai, soprattutto di pomeriggio, ma si mette sempre con la testa sul cuscino. E neanche Cecilia ci riesce! Molte volte nemmeno di notte! Cecilia la sente sempre litigare con il
signor Riccardo! Me l’ha detto anche ieri! Allora io ho pensato al mio papà. Lui, quando litiga con la mamma, dice un sacco di parolacce.
Quindi, la parola che vuole dire Cecilia è “parolacce”! Solo che lei dice di no, che il suo papà non dice parolacce. Non le dice perché non c’è più a casa! >>

<<Ok, Jonas! Fermati, torna nella tua cameretta ora, o sarò costretta a chiamare la mamma! Su, và, ti guardo attraversare la strada da qui!>>
Michela si passò le mani sugli occhi umidi. Era primo pomeriggio, il sole era alto. L’improvviso arrivo di Jonas e la sua irruenza l’avevano riportata troppo in fretta alla realtà. Richiuse la porta con inusitata lentezza e andò alla ricerca del suo cellulare in cucina. Jonas, che in ebraico signifca “Colomba”, era andato a portare quel messaggio per scuoterla dal suo torpore o era solo un bimbo monello, uno dei tanti compagni di scuola troppo vivaci di Cecilia? Magari si era inventato tutto, pensò istintivamente. Oppure Cecilia aveva davvero capito che Riccardo, suo papà, non era fuori per lavoro. In maniera del tutto automatica, Michela prese il telefonino dalla sua borsa e scrisse un messaggio:
<<Riccardo, chiamami appena puoi. Dobbiamo parlare di noi, per il bene di Cecilia!>>.

Autore: Dr. Francesco Vallone



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Ortopedia infantile

Ortopedia infantile

L’ortopedia infantile è una branca della chirurgia ortopedica e traumatologica che si occupa delle lesioni e dei disturbi muscolo-scheletrici dei bambini e degli adolescenti. È nota anche con il nome di traumatologia infantile o chirurgia ortopedica infantile. Gli esempi più frequenti di lesioni infantili sono le malformazioni dei piedi, disturbi dell’andatura, ecc. Questi problemi possono essere ereditari, congeniti o acquisiti.

Che patologie tratta l’ortopedia infantile?

Come per altri campi della medicina, la diagnosi precoce può aiutare a prevenire un problema ortopedico durante l’infanzia, ciò significa ricevere un miglior trattamento e una correzione più rapida della malformazione. Tra le patologie trattate dall’ortopedia infantile vi sono: Malformazioni della colonna Malformazioni di braccia e gambe Malformazioni dell’apparato locomotore provocate da patologie neuro-muscolari, metaboliche, ecc.

Inoltre, come esempi più frequenti è possibile annoverare: Malformazioni dei piedi (piede piatto o cavo) Disturbi dell’andatura (differenza di lunghezza degli arti inferiori) Displasia dell’anca Deformazioni angolari degli arti inferiori.

Quando si riscontra un problema nel bambino, è importante consultare uno specialista in ortopedia. Egli potrà, infatti, eseguire un esame fisico completo per valutare il raggio del movimento articolare, identificare le zone di dolore, in caso di versamenti cercare articoli in letteratura e verificare la stabilità dell’articolazione.

Perché una branca specifica?

  • L’ortopedico pediatrico deve avere esperienza specifica per le problematiche dell’età della crescita, così da poter distinguere aspetti che sono fisiologici per quella fascia di età, aspetti che sono al limite della fisiologia (parafisiologici) e meritano dei controlli nel tempo, e aspetti patologici che necessitano di un trattamento.
  • Ci si avvale della collaborazione con i pediatri e di valutazioni interdisciplinari con altre branche (ad esempio, fisioterapia, radiologia).

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Cipolla? Magari rossa

Cipolla? Magari rossa

Il periodo estivo è quello più favorevole alle insalate, piatti freschi che se ben organizzate possono risultare oltre che piacevoli anche molto validi dal punto di vista nutrizionale. Un ingrediente che è spesso presente è la cipolla. Mi piace sottolineare le proprietà di alimenti che realmente fanno parte della cultura e della tipicità mediterranea, in particolare la cipolla, ormai diffusa in tutto il mondo ha conosciuto il percorso inverso dei pomodori ovvero è stata portata in America da Colombo; nel Mediterraneo era raccolta e consumata sin dall’età del Bronzo, fino agli Egizi che ne fecero oggetto di culto grazie agli anelli concentrici che la caratterizzano, visti simbolo di vita eterna, se ne trovano frequentemente resti nei sarcofagi.

Spesso utilizzata nella medicina tradizionale, ad esempio nell’antica Grecia, in effetti possiede molte proprietà benefiche tra le quali dei contenuti validi di vitamine (in particolare la C e la niacina), minerali come potassio, calcio e fosforo.

La caratteristica più conosciuto è dovuta alla presenza di composti solforati, che a contatto con l’aria trasformandosi in acido solforico, causano la ben nota lacrimazione e per evitarla sarebbe bene pelarle e tagliarle sotto l’acqua corrente. I composti solforati si sono dimostrati, però, benefici per il benessere cardiovascolare, in questo la cipolla è accomunata all’aglio, c’è da dire che queste spezie sono ormai tipiche della cultura asiatica, in molti piatti sono usati entrambi e potrebbe essere questa, più che la soia, il segreto della scarsa incidenza di patologie cardiovascolari nelle popolazioni asiatiche.
Ma da calabrese mi piace ancor di più scriver di una varietà IGP tipica della Calabria ma nota almeno in tutta Italia la varietà rossa di Tropea, questa, oltre ad avere un gusto decisamente più dolce e delicato di altre, ha una qualità insospettata, la presenza di un importante quantitativo di quercetina. Questa sostanza (un polifenolo, presente ad esempio anche nella buccia delle mele), ha proprietà antiossidanti ed antitumorali, insieme a questa un elevato contenuto di antociani, sostanze di colorazione accesa (tipiche ad esempio dei mirtilli e del melograno) con azione simile e sinergica ai polifenoli, secondo un recente studio della Università canadese di Guelph in particolare la cipolla rossa (ruby ring onion) ha caratteristiche migliori per rallentare la proliferazione del tumore, in particolare al seno. Da utilizzare magari in abbinamento con pomodori ed olio di oliva, un vero cocktail di antiossidanti utilissimi in periodi di stress da caldo e lavoro!

Autore: Dr. Roberto Cannataro

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Tutto ciò che dovete sapere sul colesterolo

Tutto ciò che dovete sapere sul colesterolo

Anche a causa di qualche eccesso alimentare di questo periodo, ne sento parlare e ne leggo un po’ di più, ma come al solito mi piace cercare di fare chiarezza!
Innanzitutto, per quanto possa dar luogo a problematiche molto importanti, non dimentichiamo che le patologie cardiovascolari sono la prima causa di morte nel mondo, non vivremmo senza! Infatti il nostro organismo sintetizza, a partire dal colesterolo, gli ormoni steroidei (ormoni sessuali sia maschile che femminili, cortisone ed aldosterone) ma anche la vitamina D; meno noto ma altrettanto importante è che il colesterolo è parte integrante delle membrane cellulari, di fatto senza il temuto lipide le membrane perderebbero di stabilità specialmente in condizioni climatiche più estreme.

Tutti sanno bene che è contenuto nei derivati del latte e nelle carni, specialmente negli insaccati, ma non mi capita di rado di seguire dei vegani con il colesterolo elevato…..strano? No, in quanto necessario, siamo noi che sintetizziamo il colesterolo a partire da grassi e carboidrati, in particolare sotto lo stimolo dell’insulina (quindi in eccesso calorico), ecco spiegato perché anche non assumendolo direttamente si può andare in eccesso, si stima che i 2/3 del colesterolo circolante sono sintetizzati dal nostro organismo.

Ma c’è di più, il colesterolo, perché dia inizia alla tento, giustamente, temuta aterosclerosi (è questo il termine corretto che indica formazione di un ateroma e sclerosi ovvero irrigidimento), deve essere ossidato, quindi corretto tenerlo sotto controllo, occhio attento all’HDL, non a caso detto colesterolo buono (fondamentalmente porta via il colesterolo dal sangue), ma soprattutto evitare che si ossidi, quindi evitare il fumo, ma in ogni caso avere un apporto giornaliero di frutta, verdura e magari anche il supporto di integratori come la tanto economica quanto efficace vitamina C!
Quindi certo fare attenzione ai cibi che ne contengono direttamente, ma sembra strano ma un piatto di pasta al pomodoro può essere persino peggio! Come ho scritto più di una volta, meglio se preceduto da un contorno e se condito con una fonte proteica!

Autore: Dr. Roberto Cannataro

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